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RITORNO DI FRATE UMILE

NELLA SUA TERRA

(16 dicembre 2015)

 

“Maria Vergine Madre di Dio, io poverello, peccatore vi ringrazio infinitamente poiché vi sete degnata di raccogliere questi miei ossa in questa vostra Chiesa, persuadendomi grandemente, quanto sia la vostra cura di me, non solo custodirmi l’anima, ma anco conservarmi l’ossa di questo mio corpo: quale vivendo, havete permesso, e permetterete per sino alla morte, che sempre havesse la compagnia vostra Santissima statua, della quale continuamente io ne sono stato divoto”.

Frà Humile poverello di Bisignano

 

 Grazie ai moderni e potenti mezzi di comunicazione, nell'estate scorsa, è bastato un click per far giungere a noi, dalla lontana America del Sud, la voce di alcuni devoti di Sant'Umile. Da quel click è scaturito un'inaspettato ed avventuroso ritorno a Bisignano di alcune reliquie di Sant'Umile dall'Uruguay. 

Con l'aiuto di Juan José Guido e di Madilene da Costa Rodrigues, artefici in prima persona di questa bella e toccante storia, il calendario è indietreggiato di ben 125 anni e ci si è ritrovati alla fine dell '800, quando un antenato di Guido, il bisignanese Giuseppe Guido, grande benefattore del convento, in partenza per l'Uruguay in cerca di un lavoro e di una vita migliore, ebbe in dono dai frati del convento, in segno di gratitudine, una teca contenente alcune reliquie di Fra Umile.

Per tutto il corso del '900 le reliquie passarono da padre a figlio: da Giuseppe a Moises, da Moises a Giovanni, da Giovanni a Juan. Ben quattro generazioni hanno custodito, gelosamente e devotamente, la teca avvolta in un pezzo di lino bianco. Ma ecco la sorprese inaspettata nonché gradita. Il 26 luglio 2015, alle 20,29 con un click Madilene invia questo messaggio:

Fratellini del convento di Bisignano pace e bene. Viviamo a Montevideo, in Uruguay, e il mio marito ha ereditato dai propri antenati di Bisignano una reliquia di San Fra Umile, che è costituita da una scatola di vetro con un osso della falange prossimale, da un molare, un frammento di cordone e da un frammento di abito accompagnato da un libro con la vostra vita. Siamo interessati e siamo in grado di restituire al santuario, loro luogo di origine". 

Attendo risposta, Madilene da Costa e Juan José Guido

 

A ricevere la mail è Pierfrancesco Esposito, giovane appartenente alla Gioventù Francescana (GI.FRA) di Bisignano, che in quel momento partecipava alla marcia francescana verso Assisi. IL giovane di Bisignano poté leggere il messaggio soltanto l'11 agosto, festa di Santa Chiara.

Il 12 agosto, alle ore 12.55, con un nuovo click, io, fra Antonio Martella, ho scritto ai coniugi Guido il seguente messaggio:

"Pace e Bene! Siamo felici della donazione che volete fare. Vi chiedo di inviarci i vostri recapiti in modo da metterci in contatto".  

La procedura burocratica per consentire ai coniugi Guido di consegnare le reliquie è stata abbastanza lunga e laboriosa in quanto erano richiesti permessi incrociati tra autorità ecclesiastiche e civili di quella nazione sudamericana. In quel periodo per ben quattro mesi il telefono fu impiegato spesso ed a lungo, e non solo, in quanto furono ripetutamente inviati messaggi, foto, documenti, e molte mail. Fu un'attesa lunga, ma vissuta intensamente per il rientro delle reliquie. Finalmente il 16 dicembre scocca il giorno dell'arrivo dei coniugi Guido dall'Uruguay. 

Ad accogliere i coniugi Guido all'aeroporto c'era anche il Dottor Francisco Ottonelli, Ambasciatore dell'Uruguay accreditato presso la Santa Sede. La presenza dell'ambasciatore uruguaiano assumeva il significato di un atto di cortesia verso i suoi connazionali, ma anche un formale assenso ed approvazione di questa donazione che dall'Uruguay veniva trasferita in Italia e destinata ai Frati Francescani del Convento di Bisignano.

Madilene e Juan giunsero alle ore 10,30 e per loro ci fu una calorosa accoglienza anche da parte della nostra delegazione. Essi mai avevano toccato il suolo europeo e, trovarsi nella nazione da cui erano partiti tanti anni fa i loro antenati, produsse in tutti una visibile commozione mista a grande gioia e gratitudine. Con un gesto da cui traspariva attaccamento ed affetto per il dono che stava per consegnare, la Signora Madeline prese dalla sua borsa la teca che conteneva le reliquie di Sant'Umile.

Io P. Antonio Martella, ebbi l'onore e la grazia di avere in mano per primo il prezioso contenuto e spontaneo fu il gesto di baciare devotamente il cofanetto che conteneva i resti di un mio confratello. Anche tutti gli altri presenti, dall'ambasciatore a quelli che mi avevano accompagnato a Roma, ripeterono con devozione l'affettuoso gesto di omaggio nei confronti di Fra Umile. 

Dopo le foto di rito, un buon caffè italiano consumato nel bar della hall dell'aeroporto, lieti ci sistemammo nel nostro furgone e prendemmo la strada verso Bisignano. Fu lunga la strada, ma piacevolissimo il ritorno anche per quella giornata di dicembre mite che per tutto il tempo ci ha fatto compagnia sino in Calabria. E dire che il viaggio verso Roma era stato freddo non solo perché era di notte, ma, soprattutto perché il riscaldamento del furgone non funzionava. Durante il viaggio di ritorno si è fatta conoscenza con gli ospiti uruguaiani discorrendo del più e del meno. Fra le altre cose  fummo molto stupiti, sorpresi ed incuriositi quando Madilene e Juan  hanno raccontato che negli scali aeroportuali di Montevideo, Madrid e Roma, i controlli elettronici della dogana non hanno rilevato il contenitore metallico delle reliquie custodito nella borsa della signora Madilene: Fra Umile voleva tornare nella sua terra.

All'arrivo in Convento ad attenderci c'erano P. Francesco Tudda, P. Francesco Chilelli e Fra Gaetano Pantisano, insieme a loro c'era un gruppo di amici e di appartenenti alle fraternità dell'OFS e della GI.FRA.

 

Domenica 20 dicembre, il giorno dell'ufficialità, dalla casa natale del Poverello di Bisignano, verso le 17,00 ha avuto inizio la fiaccolata che ha visto la partecipazione dei giovani della GiFra, dell'OFS e dei tanti fedeli che con le preghiere e canti tradizionali inneggianti al Santo, hanno accompagnato le reliquie verso il Santuario percorrendo la vecchia strada fatta con pietre selce. L'evento è stato reso ancor più significativo dalla presenza del Ministro Provinciale dei Frati Minori di Calabria, Padre Fabio Occhiuto che, con me, Padre Franco, Padre Francesco e Fra Gaetano, ha accolto, sul portone del chiostro duecentesco, le reliquie, mentre le campane suonavano a festa.

All'inizio della Santa Messa, qualche parola di benvenuto da parte mia a cui seguì la testimonianza di Juan e Madilene, francescani terziari di Montevideo, dove vivono ed operano presso un convento di Frati Minori Conventuali. Juan e Madilene con semplicità e sincerità hanno testimoniato il loro grande desiderio di restituire le reliquie. A fine messa sono seguiti i dovuti ringraziamenti del Sindaco F.F., Dott. Damiano Grispo, del Ministro Provinciale, Padre Fabio e miei, rivolti prima ai coniugi Guido e poi a tutte le persone che hanno collaborato per la riuscita dell'evento.

Ora l'urna con le reliquie di Sant'Umile, (un molare, una falange, un frammento di cordone e un frammento dell'abito), è custodita gelosamente nel convento e si aggiunge alle altre reliquie già esistenti.

Mi piace, riportare quanto ha dichiarato Juan José Guido alla giornalista della Rai di Cosenza "Sentivo che le reliquie non erano nostre, ma, appartenevano al popolo di Bisignano. Sentivo la voce di Dio che mi diceva: di riportarle qui perché è qui a Bisignano che c'è lo spirito di Sant'Umile".

La Città di Bisignano e la Fraternità Francescana del Convento hanno vissuto questo evento come un vero dono del cielo. Ringraziano i coniugi Juan Josè Guido e Madilene da Costa Rodrigues per il loro grande gesto di benevolenza francescana.

 

"Il Signore Vi dia Pace"      

La Fraternità Francescana