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Momenti di preghiera comunitari

•    6.00 LODI E MEDITAZIONE
•    7.30 UFFICIO DELLE LETTURE E ORA TERZA
•    12.10 ORA SESTA
•    15.10 ORA NONA E CORONA FRANCESCANA 
•    17.30 VESPRI
•    18.00 MESSA
(SABATO ALLE ORE 7,30) ADORAZIONE EUCARISTICA FINO ALLE 19.20
•    21.00 COMPIETA

•    00.45 ALZATA NOTTURNA GIOVEDÌ E SABATO

 

 

Gli aspetti principali della nostra vita sono: il vivere senza nulla di proprio, la contemplazione e la vita fraterna.“O povertà beata! A chi t’ama e t’abbraccia procuri ricchezze eterne. O povertà santa! A quanti ti possiedono e desiderano, Dio promette il regno dei cieli, ed offre in modo infallibile eterna gloria e vita beata. O povertà pia! Te il Signore Gesù Cristo, si degnò abbracciare a preferenza di ogni altra cosa” (S. Chiara). Chiara, seguendo Francesco, parla di non appropriarsi di nulla, non nel disprezzo delle cose, ma un guardare tutto come dono di Dio, senza trattenere nulla per se “per rendere a lui moltiplicati i talenti ricevuti” (S. Chiara). La povertà è manifestazione della piena fiducia dei figli che si abbandonano al Padre e, come suoi figli, partecipiamo all’opera creatrice e redentrice attraverso il comune lavoro, tenendo lontano l’ozio, per conservare lo “Spirito di orazione e devozione” (S. Chiara). 

Nella contemplazione, cerchiamo il nostro Dio sommamente amato: “per gustare la dolcezza nascosta che Dio stesso fin dall’inizio ha riservato ai suoi amanti” (S. Chiara). Effondendo ogni energia, della mente e del cuore, ogni affetto e volontà nell’amore di Dio, come Maria siamo state fatte umile accoglienza del Figlio di Dio e sua luminosa presenza. Tutto questo avviene sia nella preghiera liturgica e  personale che nel quotidiano della vita. La nostra unione a Cristo ci rende, ancora più,  partecipi delle necessità dei fratelli.Gesù è l’umanità che porta l’immagine di Dio:  contempliamo la sua bellezza nel cuore degli uomini e nello stesso tempo in questa nostra società ferita, sofferente, divisa;  contempliamo il volto di Cristo sfigurato. Unendoci a Cristo che prega il Padre, non chiediamo altro che risani il cuore dell’uomo.  Come Chiara e le sue sorelle pregavano il Padre delle Misericordie, perché Francesco e i suoi potessero riparare compiutamente la  Chiesa, con la loro esistenza povera e umile di servi dell’Altissimo, così noi oggi.
 “E amandovi a vicenda nell’amore di Cristo, quell’amore che avete nel cuore, dimostratelo al di fuori con le opere, affinché le sorelle,  provocate da questo esempio, crescano sempre nell’amore di Dio e nella mutua carità” (S. Chiara). Nella vita fraterna ripetiamo  l’esperienza primitiva di Chiara e le sue sorelle, dove tutte si amavano a vicenda e si servivano, procurandosi l’un l’altra il nutrimento  con l’amore e la tenerezza di una madre verso il proprio figlio.