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L’archè di un lungo viaggio

 Ecco alcuni aspetti della mia adolescenza:

  • provenienza : Pietrastorta, paese di 500 anime, perciò cosa può mai venire di buono?
  • famiglia numerosa: ultimo di 5 figli, tra cui una sorella gemella, ed allargata con nonno e zia;
  • fede superficiale: andavo a messa per routine e perché mia madre era catechista;
  • scuola: ottimi voti, il classico timido secchione.

 

Poi, ad un tratto della mia vita, qualcosa cominciò a cambiare, anche se in peggio:

  • Esami di stato, scuola guida, morte di mio nonno (unico che ho conosciuto): distacco dalla fede;
  • Passati alcuni mesi, comincio l’università (il posto dove secondo me Dio non mi avrebbe mai cercato), i sogni di gloria, cioè fare l’ingegnere e li, grazie ad un collega, scopro la gifra e la figura di San Francesco e mi riavvicino alla fede;
  • Ero capace di ordinare e di far quadrare qualsiasi cosa nella mia vita; riuscivo, infatti, ad indossare tante maschere tra le quali, ad esempio, l’amico perfetto che ti aiuta a fare i compiti, l’autista che ti porta a fare compere, il giocatore di calcetto, l’animatore dei bambini, l’aiutante a casa, ecc.. ero tutto per tutti ma non ero mai me stesso, ma solo il riflesso di quello che gli altri volevano da me;
  • Sentivo un grande vuoto dentro che cercavo invano di colmare attraverso:
  • uscite con gli amici, ma appena tornavo a casa, nel silenzio della mia stanza, versavo lacrime;
  • almeno 100 sms al giorno ed ore intere su Facebook: la cecità ;
  • elemosinare affetto in tanti modi come ad esempio baci, abbracci, lettere, cartoline, regali, ricordini in legno, ecc.

 

Visto che da solo ero in grado di fare solo guai, e che la corazza che mi ero costruito tutto intorno era proprio indistruttibile, allora il Signore, cominciò ad agire dalle mie periferie, dai miei legami ed affetti più importanti, attraverso un cammino di espoliazione:

  1. Famiglia :
  • Gemella di 21 anni incinta al 4° mese, lontana dalla chiesa, giudicata dal paese, ma che non abortisce e si sposa il mese successivo ed adesso è una gioia vedere i nipotini in giro per la casa: il coraggio di scegliere la fede;
  • Tumore maligno di mio padre: segue una lotta andata a buon fine, notti in ospedale, sobbarcarmi di responsabilità: la sofferenza che unisce e salva;
  1. Salute: -15Kg rispetto ad adesso, bianco in faccia, mal di testa continuo per tre mesi prima che mi operassi al naso: decentrami dal mio io;
  2. Università: il libretto delle materie è rimasto fermo per 18 mesi, materie provate anche sino a 10 volte, ma senza forze e senza stimoli: rimanere dentro le difficoltà;
  3. Amici: ne avevo davvero tanti, ma poi nella prova, sono rimasto solo mentre loro scommettevano alle mie spalle, mi calunniavano e così, per l’ennesima volta, ho lasciato tutto per preservare il tesoro prezioso che custodivo nel segreto.

 

Ero di nuovo solo, avevo toccato il fondo, avevo fatto terra bruciata intorno a me, ero proprio alla deriva e quel vuoto iniziale che c’era dentro me, adesso, era diventato un grande abisso.

Ma li, in quel buio, l’unica cosa che potevo fare, era gridare al cielo ed invocare aiuto. E così feci..

La sua risposta non tardò ad arrivare: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per ora non siete in grado di portarne il peso” che tradotto in termini più moderni “Era ora che ti decidessi a farti dare una mano e ti ricordassi che esisto, adesso ti aiuto io! Però, stavolta, facciamo a modo mio!”.

Finalmente, le cose iniziarono a girare per il verso giusto grazie a qualche “aiutino dall’alto”:

  • Il parroco, ad insaputa di tutto quello che mi stava accadendo, decise di istituirmi ministro straordinario della comunione per portare la comunione agli ammalati, ed è li che ho imparato a gustare quell’incontro con Dio;
  • Gli angeli, alcuni che hanno percorso un tratto di strada ed altri che da quando sono entrati nella mia vita mi sono sempre accanto, mi hanno salvato dal baratro con la loro presenza costante ma silenziosa, hanno preso molte bastonate al posto mio, mi hanno portato sulle spalle quando ero incapace di camminare, ed hanno vegliato su di me quando brancolavo nel buio, insegnandomi che, nella vita, si va avanti solo attraverso l’umiltà, la verità senza compromessi e la libertà;
  • La salute, avevo ripreso a stare bene, ad essere in forma;
  • La Cresima, sarà stato lo Spirito Santo o non so cosa, ma grazie la cresima, avevo finalmente tolto quel velo di tristezza che mi opprimeva e pochi giorni dopo ero riuscito a dare l’ultimo esame all’università ed a sbloccarmi e di li a poco è arrivata la tanto attesa

 

Avevo ripreso a gioire, stavo finalmente assaporando quella letizia che tuttora custodisco nel cuore; ero di nuovo me stesso, con la mia identità e fragilità. Quel grande vuoto era stato colmato da una consapevolezza: una forza inesauribile che non sgorgava da me e più mi decentravo dalle mie convinzioni e dai miei limiti, più lasciavo a questa forza travolgente le redini della mia vita per farne qualcosa di migliore. Questo è l’inizio di un incontro con un volto che mi ha tratto in salvo, l’archè di un viaggio che mi ha portato fino ad oggi a stare alla sua sequela ed a dire:

“Beato chi trova in Me la sua forza, ed ha posto in Me le sue radici” (Sal 138).

 

     Gianluca Chilà