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Quando si parla di Vocazione si pensa a qualcosa che riguarda solo alcuni e a dei grandi avvenimenti che una persona ha vissuto! Niente di tutto questo. Saint-Exupèry scriveva “i veri miracoli non fanno rumore. Gli avvenimenti essenziali sono semplici!”. Semplice (ma non sempre) come il mettersi in ascolto e l’aprire il cuore. Nessuna “caduta da cavallo” come San Paolo, nessuna visione di Dio nel momento decisivo del mio cammino, ma dall’ascolto è nato il desiderio di conoscere cosa il Signore volesse dalla mia vita e cosa il mio cuore desiderasse davvero.. in poche parole, ho avuto il desiderio di “prendere in mano la mia vita”!

Facendo un passo indietro, ripercorro velocemente gli anni che precedono questo tempo.. Nato nel ’95, secondogenito, ho sempre abitato nella mia piccola città di origine, Bisignano. Una gran bella famiglia, tipica calabrese, affettuosa e amorevole che dal più piccolo al più grande mi ha custodito e continua a farlo tutt’ora.. in particolare i nonni che vegliano dal Cielo!

Posso testimoniare che la Fede è un dono, perciò deve essere trasmessa e ricevuta. Come dimenticare il prendermi per mano e il portarmi in Chiesa dei nonni e dei miei genitori, in particolare dai nostri “vicini di casa”, i Frati Minori del Convento “Sant’Umile”. Tutto questo ha “contagiato” la mia crescita, infatti ho avuto giochi (giusto un po’) diversi da tutti gli altri ragazzi; per capirci, i miei passatempi non erano sport, giocattoli e così via ma andavano piuttosto sul religioso J ah, sono cresciuto con un leitmotiv che il più delle volte mi inquietava (e altre volte mi interrogava): “Vuoi diventare frate? Sacerdote?”. Diciamo che non è stato molto facile “fuggire dalla Sua Presenza” nemmeno in questa periodo adolescenziale, ma ancora ero troppo ingenuo e spensierato!!

Nonostante le “resistenze” nei primi anni di studio, terminata la scuola media ho frequentato l’Istituto Tecnico Industriale e a 18 anni, dopo la tanto attesa maturità, pensando che l’insegnamento potesse essere il futuro della mia vita, mi sono iscritto all’Istituto di Scienze Religiose laureandomi nel luglio 2016.

Crescendo e lasciando da parte passatempi vari, ho sentito l’esigenza di conoscere e di fare esperienza di Cristo; “la conquista (dell’abito) marrone” e sicuramente quel Soffio Vitale mi hanno spinto nella Fraternità della Gioventù Francescana (e ancora prima negli Araldi), che mi ha dato la possibilità di scoprire l’amore fraterno e di intraprendere un cammino personale di crescita umana e spirituale .

Intorno ai 19/20 anni, tra studio, Gi.Fra. e vita personale, mi sono trovato immerso in un “deserto”; infatti prevaleva in me silenzio, infelicità, chiusura ma nello stesso tempo sentivo la necessità di cercare e gustare altro della mia vita e soprattutto l’Altro! Si legge nel libro de Il piccolo Principe: “ciò che rende bello il deserto è che nasconde, da qualche parte un pozzo.. che si tratti della casa, delle stelle o del deserto, cioè che li fa belli è invisibile”. Spesso la cosa che vale di più è quella celata, quindi mi misi in ricerca e in ascolto poiché anche nel deserto c’è Qualcuno che parla al cuore (Cfr. Os 2,14). Mi chiedevo se questo desiderio di intimità, di preghiera, di fame dell’Eucarestia e di tutto ciò che facevo fosse normale e quale fosse il vero amore nella mia vita!

Come Samuele che ricorre ad Eli (1Sam 3, 8), San Francesco a Santa Chiara per “indagare la volontà di Dio” (FF 1205), mi sono lasciato guidare e accompagnare dalle Sorelle Clarisse del Monastero “S. Chiara all’Immacolata” di Rende.

Mettendomi in ascolto e aprendo il cuore a Dio, si è instaurato un dialogo d’amore. Dialogo nel quale, sentendomi amato e felice, non potevo che rispondere riamando. La grandezza ma soprattutto la piccolezza di Dio è il suo “abitare” nella mia storia semplice, posando il suo sguardo capace di trasformare la mia esistenza! “Pro-vocato” e “chiamato a venir fuori”, tutto è cambiato da quell’attimo (le “quattro del pomeriggio” Gv 1,39)! Mi sforzavo di contenere questo dono, ma non potevo!!

 Dio che è Amore, ha moltiplicato la gioia poiché mi ha chiamato alla sua sequela in fraternità, riflesso della comunione Trinitaria. Una chiamata, speciale ma comune a tutti.. chiamata alla felicità (Mt 5,1-12)! Si, perché Dio felice fa felici..

 

Pierfrancesco Esposito