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Sant'Umile da Bisignano 

un uomo da imitare 

di Emilio Salatino

 

Rivedo con tanta gioia un altro lavoro del caro don Emilio: frutto della sua preparazione teologica, della sua natura francescana, della sua esperienza di pastore di anime. Il teologo non si presenta come uno che espone freddamente dei principi, ma tiene presente le anime che lui dirige come pastore e manifesta il suo genuino francescanesimo. Siamo convinti che lo stile è l’uomo: nelle nostre parole, nel nostro agire, nei nostri scritti si manifesta l’uomo nella sua autentica personalità. Si! Il francescano non è soltanto colui che appartiene giuridicamente alla famiglia francescana, ma può essere ognuno che vive ed opera sulla scia di Francesco d’Assisi. Francescanesimo: è uno stile di vita che parte dall’accettazione della paternità di Dio e dalla fratellanza universale. Tutto è dono di Dio e tutto è grazia: dall’umile fiore del prato all’immensa ruota dei cieli

 

“La gloria di Dio che tutto muove

Per l’universo penetra e risplende

In una parte più e meno altrove”

(Paradiso I, 1-3)

 

Così Dante inizia la sua terza Cantica: il Paradiso.

È del francescano la fede non soltanto nella divinità di Cristo, ma anche nella sua umanità: Cristo è mio fratello e lo posso incontrare all’angolo della via, nell’uomo che mi tende la mano, nel volto di un uomo triste che invoca la grazia di un sorriso. Il francescano è l’uomo della speranza. Domani è sempre un altro giorno!

Quanto ho detto sin qui è l’humus da cui nasce il lavoro di don Emilio: è come la luce che si accende nel buio e ci fa distinguere gli oggetti.

Mi potrei anche fermare qui, ma mi piace seguire la penna dello scrittore che scorre sicura nel tracciare la vita del Santo alla luce della dottrina cattolica: l’uomo diventa Santo impegnandosi, con l’aiuto della Grazia, a vivere di fede, di speranza, di carità.

L’uomo che vive di fede è sicuro come un bambino nelle braccia della propria madre.

Mediante la fede, afferma don Emilio, l’uomo coglie il significato profondo oltre le cose sensibili. La speranza di frate Umile è speranza di essere: l’uomo, immagine e somiglianza di Dio, spera di essere come Lui, dopo la parentesi breve della vita terrena, nella piena felicità. Il Santo è l’autentico benefattore dell’umanità: la sua preghiera, la sua penitenza sono per chi soffre, per chi ha bisogno di pace.

Le folle alla porta del Convento che chiedevano e chiedono dell’umile Santo ritornavano e ritornano a casa benedicendo il Signore. Don Emilio poi ci parla della vita mistica, della preghiera, dei carismi di Sant’Umile.

Il tutto viene svolto da maestro dove è chiaro il suo intento di pastore delle anime a lui affidate che, sull’esempio della vita di Sant’Umile, non debbono seguire strade tortuose. Vivere di contemplazione è possibile anche su questa terra! Sant’Umile appartiene alla storia dei mistici francescani che hanno seguito S. Francesco: S. Bonaventura, Iacopone da Todi, Angela da Foligno, Margherita da Cortona, ecc. I due ultimi capitoli del lavoro di don Emilio sono scritti con il cuore: qui è chiaro il suo francescanesimo. Io ho letto con particolare interesse questi ultimi due capitoli: ho rivissuto gli anni della mia giovinezza passati a Nola (NA), convento di S. Angelo in Palco. Nella diocesi di Nola il Beato Giovanni Duns Scoto gode di un culto particolare: è invocato dagli studenti, dalle donne nei parti difficili e nelle liti dove viene conculcata la giustizia. Se tu, o lettore, visiterai un chiostro francescano, sentirai odore di fieno perché San Francesco è silvestre: Sant’Umile ripete la vita del Santo di Assisi per l’amore ai poveri, alla natura e, principalmente, a Cristo che ci ha amati fino al sacrificio della croce. Inoltre, sempre se visiterai un chiostro francescano, vedrai sempre raffigurata l’immagine della Madonna Immacolata e quella del Beato Giovanni Duns Scoto. Un tempo, al Convento di S. Angelo c’era un importante Studio Generale per tutti i frati.

Dal Convento partivano i frati predicatori che parlavano della Madonna Immacolata e del suo “cavaliere”. Insieme con questi frati, scendeva a valle anche il nostro Santo. Mentre nelle chiese, i frati predicatori svolgevano temi mariani mettendo in luce l’apporto di Scoto per il privilegio dell’immacolata fin dal primo istante della sua concezione, l’umile fraticello di Bisignano andava di porta in porta inneggiando a Maria e diffondeva il pensiero del Dottor Sottile.

Il sottoscritto, devoto di Scoto e modesto continuatore dei frati che a Nola hanno propagandato il culto del Beato Scoto, ha sempre parlato dell’apostolato dell’umile frate di Bisignano. Come è bella questa storia francescana, fatta di cose semplici e di cose sublimi, ricca di frati dotti e di frati a cui Dio ha rivelato ciò che ha nascosto ai sapienti. Mentre auguro a don Emilio di continuare la sua attività culturale, con la sua acribia critica, lo ringrazio di avermi dato la possibilità di cantare alla vita nel ricordo dei momenti di fede vissuta nel mio passato.

 

P. Rufino Paolo Di Somma OFM

Marigliano (NA), 8 Dicembre 2005